
l’ospite inattes* 05 ed. 2025 – Loris Fabiani
A mio avviso Milano, e questo è il suo fascino, funziona così: immagina di avere davanti a te la mappa della città, immagina di dover segnare con un puntino rosso i locali, i teatri, i luoghi che frequenti quando vuoi fare qualcosa di divertente, di culturale, quando ti esibisci, insomma “i tuoi luoghi”. Segna sia i luoghi che frequenti abitualmente ch quelli dove sei finito per caso, anche solo una volta, per curiosità o perché c’è stato un evento speciale. Ora unisci questi puntini con delle linee, sempre rosse, oppure del colore che vuoi tu, se vuoi ravvivare lo schema. Ad ognuno verrà fuori una “tela” diversa ovviamente, ma secondo me questa tela racconta la dinamica di questa città. Ora che hai davanti a te questo insieme di “linee e punti” (se hai avuto la pazienza di fare davvero questo esercizio mentale), immagina di sovrapporla a quella di un’altra persona. Ci saranno punti che coincidono, pochi, e punti fissati in zone o luoghi che non conoscevi. Ora immagina di chiedere a quest’altra persona i nomi dei luoghi che non conosci, di salvarli in una lista di “cose da fare” e di decidere, uno alla volta, di raggiungerli, magari con la persona che hai appena conosciuto. Immagina anche di portare questa persona nei tuoi luoghi, quelli che non conosceva lei.
Milano, a mio avviso funziona così, ci sono tantissime realtà molto specifiche, che prima non conosci e che arrivi a conoscere semplicemente perché, per esempio, una nuova amicizia ti ci invita:
“Stasera noi andiamo al LocaleCheNonHaiMaiSentitoNominare, ci vediamo lì, lo conosci?”
“No, non ci sono mai stato.”
“È figo, è un posto dove fanno CoseMoltoSpecificheCheDefinisconoL’IdentitàDiQuelLocale.”
“Ah, non sono mai stato in un locale dove fanno quelle CoseMoltoSpecificheCheDefinisconoL’IdentitàDiQuelLocale.”
“A dopo!”
“A dopo!.. Senti…”
“Cosa c’è?”
“Ma stasera riusciamo anche a stare un po’ da soli, che vorrei dirti una cosa?..”
“Cioè?..”
…Ma qui iniziano questioni personali tra queste due persone, che ora non ci interessano.
Bene, se il posto nuovo che conosci non ti piace, non ci tornerai più, ma non ci serve analizzare questa ipotesi. Può succedere. È normale. Punto.
Se invece scopri un posto che ti piace, ci passi una bella serata, già ti entra in testa l’idea che la volta dopo sarai tu a proporlo ad altri. Non sto raccontando nulla di nuovo fino a qui, ma mi serve per arrivare al punto: Milano ragiona in questo modo, è una città dove ognuno deve riuscire a prendersi il proprio spazio partendo da un’idea, anche piccola, intorno alla quale cominciare piano piano a costruire la propria rete. Ci sono tante “cellule”, ognuna con la propria proposta. E le persone si muovono raggiungendo questi “punti d’interesse”. Scopri continuamente nuovi luoghi che prima non conoscevi.
In altre città non è così.
In altre città succede che ci sono “i posti dove andare”, i posti dove è normale che ci si dia appuntamento.
In questi “posti dove andare” trovi tendenzialmente le stesse persone, sai già chi finirai per incontrare.
A Milano invece no. Ovviamente in un determinato tipo di posto sai già chi potresti incontrare, questo è normale, ma siccome ci si muove tra questi “punti” molto specifici e diversi tra loro, finisce sempre che incontri anche moltissime persone nuove. E piano piano cominci a “contaminarti” di gruppi diversi, che più vai avanti più si confondono tra loro. Per poi ricominciare a contaminarsi con altri. Vedo infatti, ed è molto bello, gruppi di persone molto eterogenei tra loro, imprevedibili e per questo interessanti.
E così, saltando di punto in punto, arricchisci la tua tela, arricchisci le tue conoscenze, si arricchiscono le tue esperienze.
Milano poi è meritocratica in questo: se finisci in un posto che ti viene consigliato per le sue caratteristiche specifiche, è perché questo posto ha lavorato bene sulla propria identità. Questo vale per moltissimi ambiti in questa città, bisogna darsi da fare per rendere “speciale” la propria idea, il proprio locale, la propria mostra, il proprio spettacolo. È meritocratica perché ho visto moltissime volte crescere un’idea e trovare qui terreno fertile pronto ad accoglierla. Certo, il patto è che all’inizio bisogna darsi davvero da fare. Nella mia esperienza ho visto, saltando freneticamente da un punto all’altro della città, nascere veramente dal basso, dal piccolo, esperienze che ora hanno trovato la loro strada, grazie appunto alla “fertilità” che Milano offre a chi è davvero intenzionato ad acchiapparla. Ad esempio: si sono diffusi dappertutto laboratori e open mic di cabaret e stand-up (questo l’ambito specifico di cui sono testimone), anche in luoghi che, per quanto piccoli, sono diventati parte del percorso fondamentale dei comici quando iniziano. Questo perché quella rete di cui ho parlato credo che possa funzionare davvero qui a Milano, quando la si attraversa con la giusta prospettiva, e porti (a volte “piano piano”, a volte “piano e poi velocissimo”) a dare un senso a tutto il percorso, facendo percepire che anche il passaggio più piccolo è importante, fondamentale.
Come se nessuno di quegli incroci avvenuti casualmente fosse, in realtà, stato casuale. È una vertigine se ci si pensa davvero.
Loris Fabiani, in arte Lunanzio, è l’artista che ha vinto la prima edizione di Lol Talent Show: ha conquistato la partecipazione a LOL Chi ride è fuori con gli altri comici e volti noti dello spettacolo italiano scelti per la nuova edizione. Classe 1983, è originario di Melzo, in provincia di Milano, è un attore teatrale. Scrive i testi per l’Accademia dei Lunanzi.
L’Ospite Inatteso
Rubrica SocioCulturalUrbana
Prima edizione 2016
Seconda edizione 2025
Uno spazio di lettura e riflessione su Milano
A otto anni di distanza dalla prima edizione, riprendiamo la rubrica che si confronta con amici, artisti, giornalisti, esponenti della cultura e della vita artistica che hanno in Milano un importante punto di riferimento.
Gli articoli offrono suggestioni, spunti e opinioni su come sta cambiando non solo Milano ma anche tutto il Mondo culturale che le gira attorno.