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News l’ospite inattes* 01 ed. 2025 – Tommaso Sacchi

l’ospite inattes* 01 ed. 2025 – Tommaso Sacchi

Milano, laboratorio di idee e connessioni

Otto anni sono trascorsi dall’ultima edizione di questo blog. Otto anni che, per Milano, rappresentano un’era di profonde trasformazioni, un arco di tempo in cui la città ha ridefinito sé stessa come spazio di connessione, innovazione e apertura. È stata una stagione intensa, non solo per ciò che è cambiato, ma per il modo in cui Milano ha saputo interpretare il cambiamento: come un’opportunità per crescere, creare e includere.

Mi piace immaginare Milano come un “cantiere” nel senso più ampio e visionario del termine. Non soltanto nei suoi aspetti concreti – i progetti che ridefiniscono lo skyline o le infrastrutture che modellano il paesaggio urbano – ma anche come un cantiere simbolico: un luogo dove idee, relazioni e immaginari culturali prendono forma. Questo concetto di Milano come “cantiere delle idee” richiama la tensione creativa di La città che sale di Boccioni: non solo come energia fisica di un cantiere urbano, con il suo tumulto di cavalli e operai, ma come tensione creativa verso un futuro in divenire, un’immagine della città come laboratorio vivo, dove il tessuto sociale e culturale prende forma attraverso un processo continuo di negoziazione e immaginazione.

Come assessore alla Cultura di questa straordinaria città, ho avuto il privilegio di osservare Milano da una prospettiva che è al tempo stesso unica e collettiva. Unica, perché il mio ruolo mi impone di avere uno sguardo sulle potenzialità ancora inespresse, sui processi in atto, sulle sfide quotidiane che si accompagnano al dovere di costruire il futuro. Collettiva, perché la cultura a Milano è un fatto corale: appartiene a chi la crea, a chi la sostiene, a chi la vive.

Milano è oggi una città che sa dialogare con il mondo mantenendo intatta la propria identità. È una città che non si limita a preservare il passato, ma lo intreccia con l’innovazione. Questa capacità di far convivere memoria e futuro è forse l’aspetto che più mi affascina di Milano. Una città che si mette in gioco con curiosità e coraggio, che non ha paura di aprire le sue porte a nuovi linguaggi, a nuove generazioni di artisti e operatori culturali. In questo percorso, le istituzioni culturali pubbliche e gli spazi indipendenti hanno saputo dialogare, moltiplicando le possibilità di un’offerta che oggi è tra le più vivaci e sfaccettate d’Europa.

Milano incarna oggi una visione di città che non si limita a essere una somma di spazi fisici e relazioni sociali, ma si propone come un modello di rigenerazione culturale e di apertura globale. Questo percorso di trasformazione non è stato né lineare né privo di sfide, ma si è distinto per la capacità di fare sintesi tra tradizione e innovazione, memoria e progettualità, in un tessuto urbano che continuamente si ricompone, accogliendo le istanze del presente e proiettandosi verso il futuro.

La nostra non è solo una città che cambia – che sale – ma una città che immagina. Un cantiere aperto dove la creatività e l’ingegno sono motori di crescita condivisa. La sua forza risiede nella pluralità: delle voci, delle culture, delle esperienze. È in questa molteplicità che Milano trova la propria identità, non come entità rigida e definitiva, ma come organismo vivo, capace di adattarsi e reinventarsi ogni giorno.

L’obiettivo per il futuro non è semplicemente quello di continuare il cammino intrapreso, ma di amplificarne la portata. La cultura deve diventare sempre più il linguaggio comune che unisce i cittadini, un ponte tra generazioni, comunità e mondi differenti. I nuovi spazi come la BEIC, il CASVA e il raddoppio del Museo del Novecento non sono solo progetti infrastrutturali: sono simboli di una visione che intende collocare Milano al centro del dibattito culturale internazionale, senza mai perdere di vista le esigenze del tessuto urbano e sociale.

L’essenza di Milano sta nella sua capacità di guardare oltre l’orizzonte immediato, di cogliere le suggestioni del mondo e trasformarle in percorsi di valore condiviso. Questa tensione verso il futuro, sorretta da un forte senso di responsabilità collettiva, è ciò che permette alla città di essere non solo uno spazio fisico, ma una piattaforma di possibilità.

Milano deve continuare a essere un laboratorio di sperimentazione, un luogo dove la cultura non è solo un bene da consumare, ma un processo da vivere e costruire insieme e questo è il nostro impegno come Amministrazione per i prossimi anni. Solo così potrà confermarsi come un modello di città contemporanea: dinamica, inclusiva e profondamente umana, capace di sorprendere, ispirare e unire generazioni presenti e future.

Tommaso Sacchi – Assessore alla Cultura del Comune di Milano

L’Ospite Inatteso
Rubrica SocioCulturalUrbana
Prima edizione 2016
Seconda edizione 2025

Uno spazio di lettura e riflessione su Milano

A otto anni di distanza dalla prima edizione, riprendiamo la rubrica che si confronta con amici, artisti, giornalisti, esponenti della cultura e della vita artistica che hanno in Milano un importante punto di riferimento.

Gli articoli offrono suggestioni, spunti e opinioni su come sta cambiando non solo Milano ma anche tutto il Mondo culturale che le gira attorno.

I Distratti