Top
Image Alt
Blog
#interviste L’ospite inatteso #04 – Francesco Lucianò

L’ospite inatteso #04 – Francesco Lucianò

Ma che ne so di Milano, io faccio solo una vita del Cicco!

Io a Milano ci sono arrivato esattamente tredici anni e un giorno fa. Neanche il tempo di prendere due linee della metro e qualche tram e già ero assoldato come consulente aziendale ad alto potenziale, almeno 15 ore al giorno di lavoro in giacca e cravatta per migliorare i costi e i risultati delle multinazionali, tre anni di trasferte e vita in albergo e fine settimana per riposarsi e rinvigorirsi il corpo e lo spirito in locali casuali senza identità ma ricchi di plastica di design, baristi tatuati e giovani e non-giovani-ma-giovanili-sì che si parlano a botte di inglesismi in faccia senza guardarsi in faccia.

La prima Milano che ho conosciuto era più o meno così. Insomma, una cosa per cui Maria De Filippi avrebbe meritato la nomina a Sindaco ad honorem per acclamazione del partito della nazione televisiva con cerimonia con concerto dei vincitori di X-Factor, abiti di Dolce&Gabbana. Quella Milano non mi piaceva allora e, non me ne vogliano i tatuatori e i designer della plastica che potrebbero pensare “ma tu chi cazzo sei?”, non mi piace neanche adesso nella sua versione allegria sempre e comunque ai tempi del Me, Myselfie and I.

Ma mica c’è solo questa Milano.

Ci sono molte più realtà sotto il cielo e in terra a Milano di quante ne possa raccontare la tua capacità d’osservazione, mi va di parafrasare. E io, da quando ho appeso la cravatta al chiodo, vivo e osservo quella che in molti ci ostiniamo a chiamare ‘underground’ -eccallà l’inglesismo!- Che vive soprattutto di notte, oltre le luci riflesse sul plexiglass su cui sono poggiati i bicchieri degli aperietcetera e i gomiti di portatrici sane di borsette Louis Vuitton e sorrisi da televendita e portatori sani di spirito rampante post-yuppie-neo start-up uniti nel social rito del privé, calici di champagne purchè costosissimo.

Il mio punto di vista è in realtà molto limitato, che quasi sempre al Cicco me ne sto, da quando la prima volta ci misi piede ormai dieci anni fa. C’era una serata di Democomica e un clima di casa e immediatezza che io a Milano non avevo ancora visto. Amore a prima vista, occhi pieni di bellezza. Ancora oggi quell’amore è grande e da guardiano che ne sono diventato, il Cicco è il mio osservatorio prevalente su Milano, il mio crocevia alla scoperta dell’underground, il mio rifugio di bellezza da molte altre milano più cool più top più fashion più di design…ehm scusa…devo vomitare!

L’idea di aggregazione attraverso contenuti, che detta così suona malissimo, ma nella realtà è cosa molto umana con melodia molto gradevole, che vedo ogni giorno prendere forma nel mio piccolo amato rifugio, così come in altri posti bellissimi della bellissima Milano underground, è ciò che mi fa pensare che nonostante il renzismo dilagante e bruciante come Sala sulle ferite, nonostante l’omologazione modaiola rincoglionente e la retorica svilente che congestiona la darsena in attesa non buddista di lanterne immaginate si possa ancora essere autentici a Milano. E belli.

Autentici e belli come i topi che corrono lungo le sponde del Naviglio Grande, la notte, quando la movida è sniffata via, e la loro presenza restituisce realtà e poesia a luoghi drogati di entusiasmo allucinato, una continua bolla illusoria di divertimento, o come dicevan tutti, delirio, colonna sonora i cori da stadio e le bestemmie, neanche creative.

Io preferisco godermi la bellezza che vedo negli occhi di chi sta godendosi un concerto, che sia al Cicco o in ogni altro luogo in cui si riesce ad essere spettatori senza l’ansia di essere narratori di sè con selfie e correlato pensiero emozional-alcolico, click-condividi. Convinto che l’incontro fra chi sta su un palco e chi di fronte sia ancora assai bello e assai possibile. Nonostante la movida, nonostante le serie-tv che ti incollano sul divano, nonostante la frenesia aggressiva fra le strade di giorno che poi la sera sei cotto.

Insomma, cosa volete che ne sappia di Milano, io? Io so solo che nonostante tutto, grazie a molti, ancora vedo la bellezza, anzi ci sguazzo come topo nel naviglio (quando non è secco). Finchè sarà così, buona Milano a me e buona Milano a voi.
Francesco Lucianò – “guardiano” del Circolo Cicco Simonetta

L’Ospite Inatteso
Rubrica SocioCulturalUrbana
Prima edizione 2016
Nuovi episodi da gennaio 2025

Uno spazio di lettura e riflessione su Milano

A otto anni di distanza riproponiamo una collezione di scritti raccolti tra amici, artisti, giornalisti, esponenti della cultura e della vita artistica che hanno in Milano un importante punto di riferimento.

Gli articoli offrono suggestioni, spunti e opinioni su come sta cambiando non solo Milano ma anche tutto il Mondo culturale che le gira attorno.

I Distratti